Il clima è tipicamente padano continentale, con inverni rigidi ed estati calde, caratterizzato da una forte umidità atmosferica. Per quanto concerne gli afflussi meteorici, la piovosità media mensile si aggira sui 60 mm, con una piovosità media annua di circa 700 mm. La temperatura media annuale oscilla intorno ai 13 °C. Il regime anemologico è caratterizzato da venti forti soprattutto nella stagione invernale e primaverile, ma soltanto per frazioni della giornata; durante l'estate, invece, vi sono periodi di assenza di vento, con brezze deboli. I venti prevalenti hanno direzione Nord-Est. L'area, dal punto di vista fitoclimatico, appartiene al Castanetum caldo, secondo la classificazione del Pavari e del De Philippis, a cui fa riscontro l'associazione vegetazionale climatica del Querco-Carpinetum boreo-italicum, secondo Pignatti, il bosco mesofilo della Pianura Padana per eccellenza.
La vegetazione delle golene del Fiume Secchia appartiene all'associazione Salicetum albae.
L'area è inserita nella pianura alluvionale creata negli ultimi 4-5 millenni dal Po e dai suoi affluenti, in particolare dal Secchia: la morfologia e l'evoluzione dei corsi d'acqua sono stati fortemente influenzati da fenomeni di subsidenza e dall'attività tettonica profonda.
Il territorio del Destra Secchia si trova, infatti, nella zona di raccordo tra il bordo nord-occidentale delle cosiddette Pieghe ferraresi e
Il Fiume Secchia, come la maggior parte degli affluenti del Po, si trova ad uno stadio di maturità evolutiva in cui la fase deposizionale prevale nettamente su quella erosiva a causa sia della esigua capacità di deflusso che della scarsa capacità di trasporto: ciò è confermato dalla presenza di numerosi meandri e di alvei pensili, che in assenza di argini artificiali, tenderebbero a far divagare l'acqua nella pianura circostante.
Il Fiume Secchia nell'XI° secolo seguiva un corso diverso dall'attuale, percorrendo il dosso di Gavello, deviando a Concordia verso oriente lungo la direttrice Quarantoli-Gavello sino a sfociare nel Po nei pressi di Bondeno; un paio di secoli dopo (XIII° secolo) il corso si spostò verso nord lungo gli attuali dugali Rame e Cannucchio, situati al confine fra le province di Modena e Mantova lungo un percorso abbandonato del Burana, mentre l'attuale corso venne inalveato soltanto nel XV° secolo.